CISL FP Veneto. Sanità e liste di attesa. Carichi di lavoro e stress ancora troppo elevati in ospedale


"Sull'assottigliarsi delle liste di attesa è un buon passo avanti, ma c'è ancora molto da fare", afferma Marj Pallaro, Segretario Generale CISL FP Veneto, in un'intervista apparsa a corredo di un lungo articolo pubblicato ieri (3 luglio) e dedicato da "la Nuova di Venezia e Mestre" alla sanità veneta e in particolare allo stato attuale di liste di attesa e di personale.

Pallaro, a conferma di quanto l'attenzione della CISL FP Veneto per il nostro sistema sanitario regionale sia rimasta alta anche dopo la pandemia, continua sottolineando evidenze ineludibili, ad esempio che "i giovani disertano corsi per OSS e facoltà di infermieristica, e non è un caso che i carichi di lavoro e lo stress sono ancora troppo elevati in ospedale".

"Le nuove generazioni", continua Pallaro, "evidentemente ritengono che a fronte di tale professionalità e di tale impegno, una volta al lavoro, questa fatica non sia adeguatamente ripagata, ed allora scelgono alte strade. I lavoratori della sanità sono usciti stremati dalla pandemia, che ora ci pare così lontana, ma di fatto è appena passata. E nonostante la Regione Veneto sostenga che il numero dei lavoratori della sanità sia in aumento, la percezione negli ospedali della regione è molto, molto diversa, sia a livello di stress, di carichi di lavoro, di quasi impossibilità di una conciliazione sana tra famiglia e impegno lavorativo".


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Rispetto al passato la richiesta di salute è in costante aumento e la sanità deve essere ristrutturata rispettando queste nuove esigenze, necessità imposte anche dall'evoluzione demografica cui stiamo assistendo nel nostro Paese. 

Marj Pallaro, che solo pochi giorni prima era stata promotrice, insieme a CISL FNP Veneto e CISL Veneto, di un evento tenutosi a Treviso interamente dedicato ad Ambiti Territoriali e del Sociale, a sottolineare se fosse necessario quanto sanità, sociale e territorialità siano nel nostro mirino, insiste anche nel ricordare che "sicuramente la carenza di medici di famiglia non aiuta, trattandosi del primo approccio del cittadino alla sanità, e che dove non siamo adeguatamente coperti si creano delle sacche di domanda. Per questo è ancora più importante oggi guardare al futuro della sanità in modo organico ed ampio senza mai dimenticare il territorio in cui essa assiste e cura i cittadini".

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